Il Revox PR 99 viene presentato sul mercato nel 1980, ed è la logica evoluzione per impiego professionale del B77, già venduto da tre anni in oltre 61 varianti. Dal punto di vista meccanico, viene ripresa quasi integralmente la meccanica di quest’ultimo, derivata dall’A77, e dimostratasi di grandissima affidabilità. Viene aggiunto uno smorzatore guida nastro anche a destra, meccanico, montato direttamente sulla piastra frontale. Al contrario, le elettroniche del PR99 sono riviste integralmente ed ingegnerizzate per l’impiego professionale o in studio; e quindi troviamo ingressi ed uscite bilanciati, calibrazione dei livelli standard ed altre caratteristiche normalmente non utilizzate nel settore amatoriale. E’ quindi una macchina che si pone a cavallo tra le più costose, raffinate ma ingombranti Studer e la linea ReVox, che nonostante la dichiarata vocazione amatoriale, di fatto si è vista spessissimo impiegata nel professionale con grande successo.

Il primo PR99 ha gli ingressi microfonici bilanciati, che non saranno piu di serie nelle versioni successive, ed ha ancora il contagiri meccanico uguale a quello del B77. Le serie successive, MKII e MK III vedranno montato il locator, che permette di programmare e raggiungere punti esatti del nastro con grande precisione, e che nell’impiego professionale è una caratteristica fondamentale. Esteticamente, a parte la differenza del locator, i modelli MK I e MK II sono molto simili e si contraddistinguono dall’avere tutto il frontale, ovvero pannello superiore ed inferiore, manopole e leve, di alluminio anodizzato, mentre l’MK III avrà il pannello inferiore grigio scuro e le manopole dei segnali di plastica grigio scura. La versione piu’ comune del PR99 è a 19/38 cm/s 2 piste, anche se non mancano altre versioni, richieste espressamente dai clienti finali. Il PR99, soprattutto MK II e III per via del locator, è oggi un oggetto molto ricercato e piuttosto costoso, ma nell’impiego amatoriale non offre salvo poche eccezioni prestazioni diverse dal B77, anzi l’impiego di trasformatori di accoppiamento per gli ingressi ed uscite bilanciati, lo rende leggermente meno performante dal punto di vista sonoro se non espressamente impiegato con preamplificatori bilanciati. Si legge e si sente parlare spesso di modifiche, di supposti guru della tecnica della registrazione (italiani in prima linea) che con decantate elaborazioni delle elettroniche, che ovviamente tengono rigorosamente segrete nei dettagli quasi fossero depositari privilegiati di profondi segreti alchemici, rendono il PR99 una macchina a detta loro fantastica. Personalmente ho sempre aborrito la figura dell’audiofilo gonzo e voglioso di spendere i soldi per nulla che si gode e si beve tutte le fandonie di persone dalla grande favella, e sono dell’avviso che il PR99 debba essere lasciato com’è e come è stato previsto, anche per una questione di originalità e di storicità. Se si vogliono inseguire prestazioni assolute con impianti privati, forse è meglio pensare ad altre macchine che modificare un PR99 snaturandolo delle grandi doti professionali per le quali è stato espressamente concepito e progettato.