Come già descritto nella storia della Revox, il Dynavox è il primo registratore sviluppato nel corso del 1949 da Willi Studer prendendo spunto dai primi registratori a nastro importati direttamente dagli Stati Uniti, i Brush Soundmirror BK40. Nel 1947 Caspar, un commerciante svizzero di Zurigo titolare della Traco Co., azienda specializzata nei prodotti innovativi non ancora diffusi sul mercato, compro’ un lotto di questi registratori pensando ad un grande successo, salvo poi accorgersi che non erano adatti alla rete elettrica svizzera, compatibile con il resto dell’Europa. Infatti oltre che un problema di tensione (negli Stati Uniti venivano erogati 110V, in Europa dai 125 ai 220V), facilmente risolvibile con trasformatori adattatori, c’era un secondo problema, quello della frequenza di rete, che in America era di 60Hz mentre in Europa era di 50Hz.

Queste differenze rendevano i registratori inutilizzabili in Europa e diventava necessaria una operazione di modifica piuttosto impegnativa, non alla portata di tutti. Dopo un paio di anni, durante i quali i Brush Soundmirror rimasero nel deposito della società Traco inutilizzati ed invendibili, a Caspar fu consigliato di rivolgersi a Willi Studer, che nel corso degli anni si era fatto conoscere nel mondo della radiotecnica come brillante sviluppatore di apparecchi e di strumenti di misura. Studer, interpellato nel gennaio del 1949, accetto’ di buon grado, ma nel corso del suo lavoro sul Soundmirror si rese conto dei pesanti limiti di questo modello, ed arrivo’ alla conclusione che piu’ che una modifica, la cosa migliore sarebbe stata una riprogettazione completa di un nuovo registratore. Comincio’ quindi a costruire un prototipo nuovo secondo le proprie idee. Decise innanzitutto di cambiare il sistema di trazione del nastro, che sul Bk40 era affidato ad una serie di pulegge gommate, sistema critico che dava risultati accettabili solo con alcuni tipi di nastro magnetico e non con altri. Studer ritorno’ alla soluzione di AEG, ovvero un rullo pressore in gomma che teneva schiacciato il nastro contro un asse (capstan), che ruotava in maniera il piu’ costante possibile. Studer era un perfezionista, e nonostante il nuovo prototipo avesse dei limiti ben definiti, funzionava in maniera decisamente piu’ affidabile del Soundmirror e la qualità del suono era per l’epoca strabiliante. Presento’ nell’estate del 1949 il prototipo a Caspar, e ne ottenne subito un ordine di 500 pezzi. Il primo Dynavox usci’ dalla produzione della Willi Studer nel dicembre del 1949. Venivano costruiti circa tre registratori al giorno, e la produzione del primo ordine fu completata nel corso del 1950. I tempi erano pronti per fare un salto di qualità commerciale, dato che il successo commerciale del Dynavox dimostrava che il prodotto era assolutamente richiesto e desiderato dal mercato, ed il guadagno del prodotto veniva pesantemente assorbito dalla Traco, lasciando alla Willi Studer un margine ridotto rispetto alle potenzialità. Così Studer nell’ottobre del 1950 si rivolse a Winzeler, un collega ed amico degli anni precedenti, proponendogli di fondare e gestire una società commerciale volta alla vendita dei nuovi registratori e prodotti della Studer. Winzeler accetto’ con entusiasmo, e nei primi mesi del 1951 la società Ela AG ed il marchio ReVox erano una realtà, ed il Dynavox, con lievi modifiche, divenne il ReVox T26. Il Dynavox, salvo smentite, è il primo registratore a nastro prodotto nel dopoguerra in Europa. Ancora oggi un Dynavox in buon stato di funzionamento stupisce per la notevole qualità della registrazione e della riproduzione. Era disponibile in 3 differenti modelli: quello a mobile da tavolo, che vediamo in foto, denominato HT 1-50 (Tischgehäuse), quello in valigetta con maniglia, denominato HK 1-50 (Kofferausführung) , e quello con mobile da pavimento, più costoso. La velocità di scorrimento del nastro era unicamente di 19 cm/s. Curiosissimo il fatto che il nastro sulla bobina raccoglitrice viene avvolto nel senso opposto a quello che siamo abituati a vedere oggi, in un normale registratore a bobine. Questo purtroppo è un inconveniente perchè il nastro avvolto si trova con il lato dell’ossido all’esterno, ed essendo il registratore monotraccia (la registrazione avviene su tutta l’altezza del nastro), una volta suonato o registrato il nastro, bisogna obbligatoriamente riavvolgerlo. Questo sistema proseguirà invariato nel T26, ma verrà fortunatamente abbandonato con la nuova serie 36 uscita nel 1955.

IMMAGINI