Gebaut für die Ewigkeit
In un’intervista Herr Studer spiegò che il nome derivava dal latino “re”, ovvero “di nuovo” e “vox”, ovvero voce (in un senso più ampio del termine, diciamo meglio “suono”). Quindi ReVox significherebbe, italianizzato, “ripetizione del suono”. Willi Studer, classe 1912, inizio’ l’attività imprenditoriale giovanissimo, negli anni ’30, provenendo dalla gavetta, con scarsi mezzi ed alterne fortune, ma con grande capacità e forte tenacia.
Dopo il fallimento della sua prima società, Helvetia Radioapparate Fabrik, fondata nel 1932 per la produzione della radio “Tell”, oggi rarissima, collaboro’ come progettista con diversi costruttori di radio ed apparecchi elettronici. Nel 1948 fondo’ la “Willi Studer, Fabrik für Elektronische Apparate”, il cui primo prodotto era un innovativo Oscilloscopio, o meglio Oscillografo. Poi nel gennaio 1949 ebbe un colpo di fortuna. L’azienda Traco e Co. di Zurigo, gli commissionò lo studio ed il lavoro di modifica di una partita di registratori a nastro americani per adattarli alla frequenza e alla tensione europea. Dallo studio di questi “dinosauri della registrazione magnetica”, i Soundmirror BK 401 della Brush, Studer si rese conto che poteva sviluppare e costruire un apparecchio nettamente migliore, e mise a punto un prototipo di un nuovo registratore, il Dynavox, che presentò a Caspar, titolare della Traco, ottenendone subito una commissione di 500 pezzi. Nel contempo Studer progetto’ anche un registratore professionale, l’A 27, che fu utilizzato per la prima volta con grande successo in occasione del festival della “settimana internazionale della musica” di Lucerna del 1951, dando prova di grande qualità ed originando una prima importante commessa di 60 apparecchi per le PTT svizzere (che presiedevano a quel tempo le varie emittenti radio). Studer decise di differenziare le produzioni marchiando ReVox gli apparecchi destinati all’impiego amatoriale di alto livello (infatti le caratteristiche erano semiprofessionali) e Studer quelli professionali. Il Dynavox, con piccole modifiche, divenne nel 1951 il ReVox T26, che sarà prodotto fino al 1955 in circa 3000 esemplari. Con questi primi apparecchi inizia la saga entusiasmante dell’eccellente marchio svizzero, che assieme alla casa madre Studer (che come detto produceva apparecchi destinati all’impiego professionale) visse un’inarrestabile crescita nei successivi quarant’anni, divenendo leader mondiale nelle sale di registrazione, per poi decadere pesantemente ed inesorabilmente pochi lustri fa, come purtroppo avvenne per la maggior parte delle aziende del settore. Il marchio esiste ancora oggi, appartenente al gruppo Harman, ma i prodotti attuali hanno ben poco a che vedere con quelli sviluppati sotto l’egida del grande Willi Studer. La Willi Studer, sia con il proprio nome che con il marchio ReVox, nacque quindi come casa costruttrice di registratori di altissimo livello, ma a partire dalla fine degli anni cinquanta, sotto la spinta delle richieste sia del mercato professionale che di quello amatoriale, incomincio’ a progettare e costruire gli altri apparecchi necessari alla catena di riproduzione audio, come giradischi, amplificatori, sintonizzatori, piu’ tardi registratori a cassette, lettori cd, casse acustiche, e per il settore professionale banchi mixer. Ciò che accomuna tutti gli apparecchi ReVox (tranne gli ultimissimi, già in periodo di decadenza) è un approccio costruttivo senza compromessi, con scelte progettuali drasticamente orientate verso il professionale anche sulle macchine destinate al pubblico ed un impiego di materiali di alta qualità, uniti a circuitazioni e meccaniche di grande raffinatezza. “Gebaut für die Ewigkeit”, costruito per l’eternità, era il motto di Willi Studer. Ed è verissimo: ancor oggi un ReVox si riporta come in origine (ed anche meglio) senza grossi problemi.